Recensione di Christian Zingales su Blow Up n. 276 – Maggio 2021
Scrive Zingales: “Ascolta la furia dei venti contrari/ho contato gli alibi/i conti correnti postali/striduli pittori pornografici/lo sfracellamento dell’eleganza”. Arriva con ieraticità battiatesca Nicoletta Magalotti in questo suo superbo nuovo album con produzione elettronica wanghiana. La leggendaria voce dei Violet Eves prosegue uno splendido percorso solista in “Limbo Session 1”, aperto nell’iniziale A.R. in uno spoken che poi svisa su sornione curve femminili e muta in francese ora della coda, una sorda pulsazione come backing. Ed è una partitura di sublime ricerca e gioco vocale quella di queste composizioni di cui si avverte il respiro libero, con la successiva La Buddessa motociclista del Ladakh dove Nico giostra moduli freeform con echi per intenderci tra una Yoko Ono, e uno Stratos, o una Galas gentile, con mottetti bambineschi e storpiature stregonesche e ridicolaggini espressive scandite da un caldo basso elettronico arricciato. Iam Lucet avanza tra gli sferzanti colpi di un bassdrum con la vocce che appare baluginante, in un ansimo, un coretto, in un palleggio ritmico, e in Umore, quasi la sua propaggine, ridendo. Freeze sono nove minuti di approssimazioni di una canzone in inglese su un panoramico groove, una deep house astratta. One Step at the Time ha toni jazz sospesi su una sottile fibrillazione, e la conclusiva Limbo è un recitato sparso di consideranti “limbo, limbo like me” e risolutivi “up/up/up/and the music is saving me”. Fantastico. (8).