OSVALDO SCHWARTZ :: INDUSTRIAL BLUES :: RIZOSFERA-NUKFM 017 :: APPROFONDIMENTO N.1 :: MARCO VALIETTI

OSVALDO SCHWARTZ :: INDUSTRIAL BLUES :: RIZOSFERA-NUKFM 017 :: APPROFONDIMENTO N.1 :: MARCO VALIETTI

Industrial Blues / Approfondimento n.1 / Marco Valietti

L’opera di debutto di Osvaldo Schwartz è un’opera interessante sotto molteplici punti di vista. La prospettiva che vogliamo esplorare con gli approfondimenti che usciranno settimanalmente sul blog NEWS di Rizosfera riguardano gli artisti che collegialmente hanno co-operato con Osvaldo Schwartz alla compilazione di questo meraviglioso excursus in dodici anni di carriera da ‘solista’. Dunque, Industrial Blues, è allo stesso tempo opera solista opera corale. Ognuna delle sue parti, esprime una differente prospettiva su come possa il blues maritarsi con l’industrial. L’approfondimento n. 1 è dedicato al chitarrista Marco Valietti, con cui Osvaldo Schwartz condivide il progetto di Blues decappottabile intitolato Valietti & Schwartz. Alla divisione di blues decappottabile è stato affidato l’arduo compito di ‘ripensare’ sul versante blues acustico+nervature Velvet Underground+percussioni industrial+spazializzazione sonica con sprazzi di dark techno-dub la suite de La sfida originariamente pensata da Osvaldo Schwartz per lo spettacolo delle Officine Schwartz OGR nel 2011. La versione presente in Industrial Blues è dunque ripensata con dieci anni alle spalle di blues acustico ed elettrico suonato in chiave morriconiana, dato che l’altra sorpresa di La sfida è la suggestione da colonna sonora per un film ‘western-spaghetti’ in stile Ennio Morricone. Qui ricordiamo brevemente la felice stagione dei film leggendari di Sergio Leone con Clint Eastwood che negli anni Sessanta del ‘900 hanno prodotto un canone cinematografico a livello mondiale, riassunto nella celebre ‘trilogia del dollaro’ (1964-1966). Furono queste splendide colonne sonore, minimali ma struggenti, che impressionarono Osvaldo Schwartz fin dall’infanzia. In particolare, furono proprio i musicisti scelti da Morricone a caratterizzare le melodie e le timbriche delle chitarre acustiche ed elettriche, a fungere da modello a Valietti & Schwartz: si tratta di Alessandro Alessandroni (The Whistler), Enrico Ciacci e Bruno Battisti D’Amario. Ma questa influenza del mondo sonoro morriconiano è calata in una dimensione più plumbea e industriale. Le cinque tracce de La sfida sono:

Balcasar Buda 2’40”

Clint 2’53”

Appaloosa 6’30”

Bill Vagund 4’32”

Bluzac 6’14”

MARCO VALIETTI BIOGRAFIA

MARCO VALIETTI, nato nel 1962 a Bergamo, inizia la sua carriera musicale interessandosi intensamente al Blues, nella sua forma più pura e tradizionale, ovvero quella riferita agli artisti americani del Mississippi nei primi anni del Novecento. Parallelamente all’interesse nei riguardi del blues tradizionale, approfondisce la padronanza del blues elettrico di Chicago, concretizzando il tutto in un’intensa attività concertistica svolta con il gruppo Midnight Breakfast Blues Band. L’intenso lavoro sfocia nella produzione di cinque cd in versione elettrica e uno in versione acustica. Durante gli anni ‘90 Marco Valietti si interessa attivamente alla musica flamenca, apprendendo le basi del canto e della chitarra direttamente in loco a Jerez de la Frontera. Attualmente, oltre alla consueta attività concertistica nel settore blues, sia in versione elettrica con il gruppo, sia in versione acustica come solista, si è affiancata questa nuova esperienza musicale sotto l’egida Blues decappottabile in cui i riferimenti alla tradizione blues di Marco Valietti entrano in armonia con le suggestioni “industrial” di Osvaldo Schwartz.

Industrial Blues

Due anni di preparazione, tra Bergamo, Torino e Amsterdam. Quasi due ore di suoni e immagini di grandissimo spessore. L’arco di lavoro preso in esame nell’opera di Osvaldo Schwartz è di oltre dieci anni (2010-2022). Un lavoro monumentale, di una radicale estraneità allo stato permanente di crisi della nostra civiltà, uno sguardo diverso a favore di un presente più profondo… In sintesi, Industrial Blues  è la fusione immaginaria di due modi d’essere e di due mondi sonori antitetici, il blues e la cultura audiovisiva ‘industriale’, con un maestro di cerimonie inaspettato: Ennio Morricone. Questo lavoro monumentale non parla solo all’Italia, ma all’Europa e all’Occidente intero. Ora è il tempo di Blues Industriale.

L’opera INDUSTRIAL BLUES è molto ricca di contenuti e altrettanto generosa di suoni e immagini ed è caratterizzata come format da:

1) booklet a colori di 16 pagine stampato in pregiata carta Twill 290 grammi con annesso foglio ‘biografie’ stampato sempre su carta Twill

2) USB Card 16 GB con audio e filmati in alta definizione

3) la USB Card è serigrafata a colori ed è allegata su cartoncino Bristol di 250 grammi su cui sono stampati i ‘credits’ dell’opera

4) Streaming dell’intera opera su piattaforma digitale RizoStream con codice privato dedicato a chi acquista INDUSTRIAL BLUES

Il contenuto della USB Card è suddiviso in tre macro-aree: 1) AUDIO 2) VIDEO 3) AUDIO-VIDEO OFFICINE SCHWARTZ. Dunque due terzi dell’opera sono attribuibili a OSVALDO SCHWARTZ mentre un terzo è attribuibile alle Officine Schwartz (un evento multimedia live al Museo MIAOO di Torino nel 2011).

Nella prima sezione AUDIO di OSVALDO SCHWARTZ sono presenti sei tracce, di cui cinque attribuibili ad una unica suite, LA SFIDA (che ritroveremo in altra forma più ‘lavica’ e stravolta nel corso dell’opera) eseguita dal duo di ‘Blues Decapottabile’ di Osvaldo Schwartz e Marco Valietti. Mentre il sesto è una composizione a sé stante, ELETTROMECCANICA, un brano delle OFFICINE SCHWARTZ composto da Osvaldo negli anni ’80. E’ stato volutamente recuperato come trait d’union tra l’Industrial Blues di forte stampo Morriconiano de la SFIDA e la wave-industrial oscura delle prime Officine Schwartz anni 80. La registrazione di ELETTROMECCANICA (brano mai pubblicato prima) è l’ultima registrazione effettuata da Osvaldo Schwartz (nel 2021) ed è stata realizzata a Torino allo studio OFF di Marco Milanesio. La registrazione de LA SFIDA è stata effettuata a Bergamo nel 2020 (nello studio professionale di Dario Ravelli) e successivamente arrangiata, spazializzata e masterizzata da Maurizio TeZ Martinucci (Clock DVA/TAGC/Pragma) ad Amsterdam nel 2021. Il team che ha realizzato la sezione AUDIO di INDUSTRIAL BLUES è dunque di altissimo livello.

Nella seconda sezione – VIDEO – di OSVALDO SCHWARTZ sono presenti tre materiali audiovisivi, di natura composita. Il primo materiale della sezione è un ‘corto’, cioè un vero e proprio film di breve durata, dal titolo A VAPORE (a cura di Domenico Morreale) con bellissima colonna sonora originale ‘steampunk/industrial blues’ di SCHWARTZ & VOLT (VOLT è Emiliana Voltarel, artista electro-rumorista torinese). Il secondo materiale della sezione VIDEO – VIDOPRO è il suo titolo – è un documentario girato da Domenico Morreale che ruota sulla realizzazione e sui retroscena di INDUSTRIAL BLUES, quindi è un ‘THE MAKING OF’. Il terzo materiale è il videoclip ‘artistico’ di ELETTROMECCANICA montato da Domenico Morreale con l’aiuto ‘estetico’ di Osvaldo Schwartz, ed è un video di grande impatto grazie ad una forte ripresa dell’estetica ‘industriale’ frontale e avanguardista degli anni ’80, con stratificazioni espressioniste e un panorama coloristico molto suggestivo tipico del cubo-futurismo russo.

Nella terza sezione – AUDIO / VIDEO OFFICINE SCHWARTZ – proponiamo la stesura originale della SFIDA (proposta nella sezione AUDIO in versione ‘industrial blues & Morricone’) nel live delle OFFICINE SCHWARTZ (uno degli ultimi loro live in assoluto) tenutosi a Torino nel 2011 al Museo MIAAO con l’audio dell’evento rimasterizzato da TeZ dei Clock DVA (OGR è il titolo della suite che nella sezione AUDIO di OSVALDO SCHWARTZ si chiama invece LA SFIDA). In questa sezione troverete il cuore originale del concetto sonoro di ‘INDUSTRIAL BLUES‘ nella sua versione più grezza, enigmatica e sfidante. Una pura colata di suoni, rumori, elettroniche, ritmi e immagini stravolti e ‘piegati’ nella più alta dimensione ed espressione che il blues nel XXI secolo può assumere.

Osvaldo Schwartz Biografia

Dopo avere trascorso gli anni Settanta come bassista rock, percussionista hippie e chitarrista punk, approda agli anni Ottanta come polistrumentista new wave. Nel 1983 fonda le Officine Schwartz, gruppo di ricerca e sperimentazione multimediale su suono, estetica e storia della civiltà industriale: musica dal vivo, ricerca sul rumore, strumenti autocostruiti ricavati da materiali da rottamare, danza, proiezioni 8mm, video, ispirati alla macchina meccanica, alle sonorità industrial, alla grafica e agli stili dei Futuristi, ai suoni del Novecento, indirizzando sempre le composizioni a realizzare contrasti tra suoni, momenti ed emotività. Opera nel gruppo come direttore, compositore, autore, polistrumentista e liutaio. Le Officine si fondano sulla scelta di non seguire un genere musicale specifico. Era necessario evolversi costantemente per estendere la ricerca. Così frequenta corsi di canto corale, impara a suonare la tromba, apprende la forma orchestrale per poi restituire la conoscenza al gruppo e avvia la marciante Banda D’asfalto. Nei primi anni Novanta con una ventina di suonatori con ance, ottoni, fisarmonica, cornamuse, coro, tamburi e metalli, crea spettacoli e rinnova la banda delle Officine semoventi. Approfondisce la cultura musicale popolare sia locale sia dell’Est e del Nord Europa, inventa il Tubicordo e insieme al gruppo avvia una ricerca etno-industrial. Alla fine del secolo ci sono rari spettacoli in formazioni più ridotte, ma che conservano le caratteristiche di sempre: Tubicordo, metalli, elettronica e rumori. Da sottolineare nel 2015 l’evento per il trentennale: Da qui alla ruggine, film documentario, e una massiccia esecuzione ritmica di suonatori delle Officine di tutte le epoche. Ad oggi, l’ultimo concerto in trio è stato eseguito nell’agosto 2019. Oltre alle Officine, nel corso degli anni Novanta è musico nel teatro di strada The Pirate Ship e con Teatro Sezione Aurea, collabora col coreografo Eugenio De Mello e scrive colonne sonore per il cinema di Davide Ferrario. Nel 2018 avvia il progetto Blues decappottabile col chitarrista Marco Valietti e l’inossidabile Tubicordo. Nel 2022 esce la prima opera polimediale a suo nome, Industrial Blues (edizioni Rizosfera-NUKFM), a coronamento di un decennio proficuo di nuove composizioni e sperimentazioni audiovisive del tutto avanguardiste.

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