Prima recensione di «Meon3» di TAGC! Ed è una recensione favolosa di Vittore Baroni
su Blow Up di marzo 2021, che troverete in edicola la prossima settimana… #meon3
- TAGC :: Meontological Research Recording III • Book + USB card – Rizosfera/NUKFM013 • 9t-105:05
“Nella copiosa discografia dei Clock DVA e del progetto parallelo The Anti Group/TAGC, Adi Newton ha spesso affiancato alla ricerca sonora pubblicazioni con saggi, interventi teorici e immagini correlate. Mai prima d’ora però un suo lavoro è stato proposto in veste così compiutamente “multimediale” quanto il sontuoso volume di quasi 200 pp. più USB card con contenuti audio/video (e link per streaming dalla piattaforma RizoStream) approntato da Rizosfera per la terza parte delle “Ricerche Meontologiche” (avviate nel 1987-88 con due album di “ambisonics” e il libretto Rotogravure), dopo l’assaggio contenuto nella rivista La deleuziana 10 (vedi BU #269). Il tomo in questione, riccamente illustrato con reperti storici, collage originali e fotogrammi dai video di TAGC, riprende ed espande con testi di Newton e altri i temi cari al musicista, quali le idee di alcuni personaggi chiave dell’occultismo novecentesco (Crowley, Spare, Grant, Bertiaux, ecc.), l’arte fantastica e surreale di autori come Clark Ashton Smith e Pavel Tchelitchew, la teratologia medievale e rinascimentale, il connubio di ricerca aerospaziale e magia sessuale nel lavoro di Jack Parsons, la possibilità di captare segnali di origine extraterrestre e più in generale ogni sorta di legame tra esoterismo e tecnologia (per inciso, la meontologia è “la ricerca intorno al non essere”). Il sottotitolo dell’opera, “Transmissions from the Trans Yuggothian Broadcast Station”, suggerisce che sia una lovecraftiana stazione radio intergalattica a trasmettere una serie di esperimenti audiovisuali, in cui con tecniche di sovrapposizione, specularità, trasformazione e reiterazione di immagini perlopiù fisse (degli autori sopra menzionati e vari altri) si ottengono arcane e ipnotiche sequenze equiparabili ad atti magici digitali, nella tradizione dei cortometraggi pregni di simbologie di un Kenneth Anger o un Harry Smith. Gli otto filmati, accompagnati da avvolgenti sonorità tra ovattata space ambient e oscura chill-out music, sono stati concepiti per essere presentati con proiezioni simultanee sulle quattro pareti semitrasparenti di una grande struttura cubica che ospita all’interno i performer, in un’immersiva esperienza di psichedelia occulta a 360°. Nel documentario di quasi un’ora che conclude il programma, girato e montato da Pamela Eddington e Gabriel Edvy, possiamo rivivere le fasi di preparazione e la prima presentazione al pubblico di Meon III utilizzando l’avveniristico “The Cube”, a Lipsia nel 2011, con la collaborazione di Maurizio “TeZ” Martinucci e Shara Vasileva. Nell’insieme, un prodotto singolare e innovativo che porta a compimento un progetto avviato fin dal 2009, di cui lo scrupoloso Adi può andare veramente fiero.” (8) Vittore Baroni