APPUNTAMENTO DA NON PERDERE!!! Domani, domenica 19 settembre 2021 (ore 18), al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia va in scena “Repertoire”, una nuova esecuzione/allestimento dello spettacolo del compositore argentino Mauricio Kagel con la regia di Roberto Paci Dalò, la direzione musicale di Simone Beneventi e l’interpretazione dell’ensemble Zaum_percussion. Cento scene, trecento oggetti sonori, cinque performer, una scena dipinta: un’opera aperta che lascia grande libertà inventiva.
REPERTOIRE by Mauricio Kagel (1971)
19.9.2021, Aperto Festival, Teatro Cavallerizza, Reggio Emilia.
Direction, set design, costumes: Roberto Paci Dalò. Performed by Zaum_percussion.
Info: https://www.iteatri.re.it/spettacolo/repertoire/
100 scene, 300 oggetti sonori, 5 performer, una scena dipinta. È la nuova esecuzione/allestimento di Repertoire, concerto scenico di Maurizio Kagel – compositore famoso per aver sviluppato l’aspetto teatrale dell’esecuzione musicale – con la regìa, le scene e i costumi di Roberto Paci Dalò, la direzione musicale di Simone Beneventi e l’interpretazione dell’ensemble Zaum_percussion.
Un’opera d’arte totale, fatta di un’infinita e sorprendente serie di oggetti e azioni visivi e sonori. «Mi piace pensare a uno spettacolo come organismo interconnesso in maniera profonda – spiega Paci Dalò – Lavorare su un autore come Kagel non fa che enfatizzare questa necessità di “compresenze” paritarie tra immagine, suono, spazio, corpi, azioni e così via. In breve, il Teatro».
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Scrive Roberto Paci Dalò :«La mia intenzione è quella di creare un campo rizomatico a un “repertoire” fatto di un’infinita e sorprendente serie di oggetti e azioni visivi e sonori. Un gesamtkunstwerk (opera d’arte totale). Sarebbe piaciuta a Kagel questa parola? Ma sì, in fondo aveva proprio deciso di stabilirsi nel 1957 a Colonia dove ha trovato terreno fertile per realizzare le sue opere.
Nel disegnare la drammaturgia non ho potuto non pensare alla sua biografia. Una giovinezza porteña e la sua condizione di doppio esule: ebreo europeo a Buenos Aires e argentino a Colonia. Profugo permanente, profugo del pensiero certamente, mi appassionano le sue identità plurime. Il suo rifiuto di un’unica identità è un atto di resistenza e i personaggi in scena in Repertoire “deterritorializzano” ed eccedono il paradigma di genere.
Mi piace pensare a uno spettacolo come organismo interconnesso in maniera profonda. Tutti gli elementi concorrono al risultato finale e lavorare su un autore come Kagel non fa altro che enfatizzare questa necessità di “compresenze” paritarie tra immagine, suono, spazio, corpi, azioni e così via. In breve: il Teatro».
Roberto Paci Dalò