Cosa possono dirci i racconti di Lovecraft della maniera in cui il pianeta si sta ribellando al genere umano? Come può il black metal aprire uno spiraglio su una realtà fatta di disastri ambientali e pandemie diffuse? Quale insegnamento possiamo trarre dagli antichi trattati di demonologia se vogliamo capire un mondo diventato inconoscibile per via dello spettro dell’estinzione di massa?
È da questi spunti fascinosi e terrificanti che prende le mosse Tra le ceneri di questo pianeta, il libro più noto del filosofo Eugene Thacker, vero testo di culto capace di ispirare serie tv come True Detective, diventare oggetto di intere retrospettive, e addirittura finire nei video del rapper Jay-Z.
Più che un saggio sulla «filosofia dell’orrore», quello di Thacker è un testo che rifonda il pessimismo cosmico di autori come Leopardi e Schopenhauer per adattarlo a un tempo storico in cui per la prima volta ci troviamo collettivamente ad affrontare una verità inoppugnabile: e cioè che siamo sull’orlo di un abisso che né la scienza né la religione sono più in grado di governare.
Facendo dialogare il nichilismo di Nietzsche e il cinema di Mario Bava, le visioni infernali di Dante e i manga di Junji Ito, le profezie di Bataille e i dischi di Darkthrone e Mayhem, Thacker ha firmato un autentico classico moderno, un rarissimo esempio di sintesi tra riflessione sugli immaginari di massa e lucida, rigorosa, disperata profondità.
Eugene Thacker insegna alla New School di New York. Tra i suoi libri ricordiamo la Horror of Philosophy Trilogy, di cui Tra le ceneri di questo pianeta è il primo capitolo.
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