
MASSIMO ZAMBONI :: P.P.P. PROFEZIA E’ PREDIRE IL PRESENTE :: CD CON BOOKLET 32 PAGINE :: LE VELE – IGEA RECORDS / TERRE NATIVE :: IN USCITA IL PROSSIMO 31 GENNAIO 2025 :: PRE-ORDER SUL SITO RIZOSFERA DAL 27 GENNAIO PROSSIMO, ORE 14.00 ::
QUI IL LINK AL NUOVO TEASER DELL’ALBUM
Il teaser è realizzato da Gabriele Fantuzzi di Delicatessen Design per Rizosfera.
P.P.P. Profezia è Predire il Presente :: Più che un disco, un’opera letteraria trasposta in musica. Più che canzoni, capitoli che ripercorrono e ricostruiscono una storia unica e controversa, preziosa e drammatica. Quella di uno dei maggiori intellettuali italiani di sempre, Pier Paolo Pasolini.
P.P.P. Profezia è Predire il Presente è il nuovo album di Massimo Zamboni in uscita venerdì 31 gennaio per Le Vele – Egea Records in uno speciale CD con digipack formato DVD in cui è inserito un libretto di 32 pagine.
Un disco molteplice e ricco di sfaccettature, così come lo sono l’anima e il pensiero di Pier Paolo Pasolini, a cui è dedicato nel cinquantesimo anniversario della sua uccisione. Un album pervaso da quel dolore civico profondo che accompagna incessantemente il percorso di P.P.P. come uomo e come intellettuale che ha saputo profetizzare e percepire la trasformazione drammatica e lacerante dell’Italia.
Un Pasolini multiforme, inafferrabile, che ha affrontato inimicizie insanabili, disumane, e un isolamento feroce altrettanto. Eppure, ancora oggi, a 50 anni dalla sua uccisione, non possiamo prescindere dalla sua intelligenza, da quel suo sguardo che taglia come un laser ed è capace di offrire squarci di una compassione profondissima, conclude Zamboni.
Una narrazione a tema che parte dal suo Friuli, dalla lingua che Pasolini ha lottato per portare a una dignità cancellata dal moderno, passando per lo sgomento verso la cecità di tutti, ponendo una speranza pre-politica nella capacità rigenerativa di un popolo che ormai non si può più chiamare tale. Un entusiasmo per la rivoluzione portoghese, tra gli ultimi sussulti positivi di un continente, e poi il declino, il cadere, il rimpicciolirsi. Un innamoramento finale per la sconfitta, fino a quel 2 novembre 1975 dove la notte di Ostia schianta definitivamente ciò che tanti avrebbero voluto veder schiantare: una persona non grata, da far tacere, ma la cui parola è oggi più presente e necessaria che mai. Un pensiero che, nonostante i plurimi tentativi, non è stato schiacciato da chi lo avrebbe voluto ridurre, impoverire e semplificare. E che si presenta oggi più attuale che mai.