17 Marzo 2024 :: Ribalta Experimental Film Festival :: Proiezione Industrial Blues :: Osvaldo Schwartz :: Domenico Morreale

17 Marzo 2024 :: Ribalta Experimental Film Festival :: Proiezione Industrial Blues :: Osvaldo Schwartz :: Domenico Morreale

Ribalta, Circolo Arci - H. 16.00 - h. 18.00 Via Zenzano, 10, 41058 Vignola (MO) 17 Marzo 2024

Domenica 17 marzo 2024, dalle 16 alle 18, verranno proiettati svariati materiali video, documentari, mescolanze polimediali relative a Industrial Blues, opera «hybrid media» di Osvaldo Schwartz pubblicata da Rizosfera nel novembre 2022.

Industrial Blues ::
Due anni di preparazione, tra Bergamo, Torino e Amsterdam. Quasi due ore di suoni e immagini di grandissimo spessore. L’arco di lavoro preso in esame nell’opera di Osvaldo Schwartz è di oltre dieci anni (2010-2022). Un lavoro monumentale, di una radicale estraneità allo stato permanente di crisi della nostra civiltà, uno sguardo diverso a favore di un presente più profondo… In sintesi, Industrial Blues  è la fusione immaginaria di due modi d’essere e di due mondi sonori antitetici, il blues e la cultura audiovisiva ‘industriale’, con un maestro di cerimonie inaspettato: Ennio Morricone. Questo lavoro monumentale non parla solo all’Italia, ma all’Europa e all’Occidente intero. Ora è il tempo di Blues Industriale.

Osvaldo Schwartz Biografia

Dopo avere trascorso gli anni Settanta come bassista rock, percussionista hippie e chitarrista punk, approda agli anni Ottanta come polistrumentista new wave. Nel 1983 fonda le Officine Schwartz, gruppo di ricerca e sperimentazione multimediale su suono, estetica e storia della civiltà industriale: musica dal vivo, ricerca sul rumore, strumenti autocostruiti ricavati da materiali da rottamare, danza, proiezioni 8mm, video, ispirati alla macchina meccanica, alle sonorità industrial, alla grafica e agli stili dei Futuristi, ai suoni del Novecento, indirizzando sempre le composizioni a realizzare contrasti tra suoni, momenti ed emotività. Opera nel gruppo come direttore, compositore, autore, polistrumentista e liutaio. Le Officine si fondano sulla scelta di non seguire un genere musicale specifico. Era necessario evolversi costantemente per estendere la ricerca. Così frequenta corsi di canto corale, impara a suonare la tromba, apprende la forma orchestrale per poi restituire la conoscenza al gruppo e avvia la marciante Banda D’asfalto. Nei primi anni Novanta con una ventina di suonatori con ance, ottoni, fisarmonica, cornamuse, coro, tamburi e metalli, crea spettacoli e rinnova la banda delle Officine semoventi. Approfondisce la cultura musicale popolare sia locale sia dell’Est e del Nord Europa, inventa il Tubicordo e insieme al gruppo avvia una ricerca etno-industrial. Alla fine del secolo ci sono rari spettacoli in formazioni più ridotte, ma che conservano le caratteristiche di sempre: Tubicordo, metalli, elettronica e rumori. Da sottolineare nel 2015 l’evento per il trentennale: Da qui alla ruggine, film documentario, e una massiccia esecuzione ritmica di suonatori delle Officine di tutte le epoche. Ad oggi, l’ultimo concerto in trio è stato eseguito nell’agosto 2019. Oltre alle Officine, nel corso degli anni Novanta è musico nel teatro di strada The Pirate Ship e con Teatro Sezione Aurea, collabora col coreografo Eugenio De Mello e scrive colonne sonore per il cinema di Davide Ferrario. Nel 2018 avvia il progetto Blues decappottabile col chitarrista Marco Valietti e l’inossidabile Tubicordo. Nel 2022 esce la prima opera polimediale a suo nome, Industrial Blues (edizioni Rizosfera-NUKFM), a coronamento di un decennio proficuo di nuove composizioni e sperimentazioni audiovisive del tutto avanguardiste.

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