OUT NOW! Pubblicazione dell'album «XIII Rumori Santi» di Giuseppe Cordaro per le edizioni Rizosfera-NUKFM (cat. NUKFM016)

OUT NOW! Pubblicazione dell'album «XIII Rumori Santi» di Giuseppe Cordaro per le edizioni Rizosfera-NUKFM (cat. NUKFM016)

OUT NOW :: XIII RUMORI SANTI :: GIUSEPPE CORDARO :: RIZOSFERA-NUKFM :: NUMERO CATALOGO NUKFM016

DISPONIBILE DAL 10 GENNAIO IN TRE FORMATI DIFFERENTI:

  1. BOOKLET A COLORI DI 20 PAGINE + USB 2GB + CASSETTA C60 + STREAMING DIGITALE ILLIMITATO (CLICCA QUI PER ORDINARE)
  2. BOOKLET A COLORI DI 20 PAGINE + USB 2GB + STREAMING DIGITALE ILLIMITATO (CLICCA QUI PER ORDINARE)
  3. BOOKLET A COLORI DI 20 PAGINE + CASSETTA C60 + STREAMING DIGITALE ILLIMITATO (CLICCA QUI PER ORDINARE)

L’etichetta NUKFM di Rizosfera pubblica «XIII rumori santi» il nono album di Giuseppe Cordaro, pioniere della sperimentazione elettronica e della ricerca acustica, della cultura analogica dei modular synth e dell’ambient più spirituale. 

Già attivo dalla fine degli anni zero con l’acclamato debutto Sclerosis sulla net label Zymogen (creatura di Filippo Aldovini, conosciuto dai più come art director del festival NODE e product manager di FUSE), Giuseppe Cordaro si è distinto negli anni Dieci per alcune uscite discografiche quanto mai brillanti su etichette di culto del giro ambient europeo e mondiale quali, ad esempio, la greca Sound in Silence (album «Origine» con l’alias di CON_CETTA), le inglesi Fluid Audio, Kesh e Moteer (rispettivamente 45°12ʹN 72°54ʹE, Annus Horribilis e Micro) per terminare con la statunitense Time Released Sound (con la sound-novel «Orlando» questa volta a doppio nome CON_CETTA VS MONOLOGUE).

Il filo conduttore di queste pubblicazioni risiede nell’estrema cura sia del design acustico, tra droney sounds, modular, ambient e field recordings, sia del concept design grafico delle opere, con deliziosi oggetti hand-made che si inseriscono in modo brillante tra il concetto e l’emozione, la dimensione ecologica e la grazia poetica dei mondi evocati.

Come l’album del 2014 «Orlando» deve la propria suggestione letteraria all’opera di Virginia Woolf dallo stesso titolo (pubblicata nel 1928), così il debutto di Giuseppe Cordaro su Rizosfera-NUKFM, «XIII rumori santi», deve la propria genesi alla conferenza «Le tredici notti sante» tenuta ad Hannover il 26 dicembre 1911 dallo scienziato e teorico antroposofico Rudolf Steiner, conferenza raccolta successivamente in libro.

“Possente è in verità il suono che può parlare a noi nella Notte di Natale, se siamo in grado di comprenderlo” così recita l’esoterista austriaco Rudolf Steiner in «Le tredici notti sante», notti che si svolgono ogni anno dal 24 dicembre al 6 gennaio. Basandosi su un antico racconto norvegese, Steiner teorizza che nel periodo suddetto l’uomo si debba raccogliere in profonda meditazione. Le tredici notti sante steineriane hanno ognuna un significato intrinseco poiché ogni giorno corrisponde ad un mese passato (la prima notte santa condensa gennaio, la seconda febbraio e così via, fino alla dodicesima per dicembre.) Come scrive Steiner, la tredicesima notte è l’Epifania, il 6 gennaio, giorno dedicato alla sintesi: ciò che era nascosto ora può manifestarsi.

Giuseppe Cordaro ha quindi accordato, durante il periodo pandemico che va dal 24 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021, ad ogni «notte santa» un «rumore santo», meditando e suonando, pensando e accentando, in una feconda profondità spirituale di grande vitalità. Dalle tredici meditazioni spirituali ha ricavato nove toni, un interludio e una ‘coda’, per un totale di undici tracce che indagano la coscienza interiore e la dimensione più evocativa del suono.

L’album si snoda quindi in tessiture di synth, partiture mistiche, ampie composizioni circolari e riflessive di spontanea bellezza. Ne esce un quadro musicale, quello di Cordaro, che ha raggiunto una sua grande esattezza interiore, come se il punto d’osservazione acustico fosse il punto di osservazione dell’uomo Mistico più che del musicista digitale. L’apertura al Mondo che quest’opera suggerisce, dopo tanto isolamento pandemico e meditativo, è scandita da una raffigurazione spirituale ora chiara e lineare, ora oscura e rumorosa. Come se l’esperienza soggettiva non fosse al centro del Mondo, ma ai suoi limiti, in un costante movimento tra i due poli mentre la situazione emotiva che ne deriva rappresenta l’apertura al mondo nella sua modalità originaria. Ondeggiante e affettiva.

Heidegger e Steiner possono essere i pensatori esoterici ed essoterici che sottendono a quest’opera densa, immersiva, nella quale Mondo e Psiche nuotano all’unisono nel mare dei sentimenti, delle passioni e degli affetti. La rarefazione dei pensieri, la loro nitidezza è pari solo all’umidità dei fenomeni psichici che li attraversano, come i glitch noise e le punteggiature ritmiche che spesso attraversano aspre i limpidi toni modulari che procedono distesi e progressivi in «XIII rumori santi».

Giuseppe Cordaro ha portato con sé, nel viaggio verso il rumorismo ‘sacro’, alcuni compagni di meditazione: in primis l’artista visivo con cui collabora da tempo, il fotografo e videomaker Giuseppe La Spada, che illustra l’opera «XIII rumori santi» con le sue magnifiche fotografie che ritraggono il mare aperto e profondo (lo spazio interiore dell’uomo) attraversato da elementi materici (i pensieri) ed elementi gassosi (le emozioni) che sprofondano nell’acqua, causando scie verso il basso (le traiettorie dei pensieri) e bolle verso l’alto (la linee di fuga delle emozioni). E l’uomo, un elemento rosa in questo abisso di azzurro blu denso, si intravede piccolo e indeterminato, nascosto dalle trame astratte di sfere gassose oppure avvolto dalle liquide bolle del proprio corpo fluttuante. 

Altro compagno essenziale di Giuseppe Cordaro è Marco Mattei, giovane filosofo italiano, che commenta nel booklet di «XIII rumori santi» la propria dimensione affettiva d’ascolto passo a passo con l’incedere acustico dell’opera, suggerendo ai lettori una interpretazione evocativa di questa profonda meditazione sonora. Ratio e spirito si combattono e si fronteggiano in tutto il percorso di questo appagante esercizio spirituale. E Mattei è il fedele sismografo di tale incontro/scontro.

Per terminare, non tralasceremo di certo i compagni ‘acustici’ di tale impresa sonora-meditativa. Sono compagni preziosi, abilissimi nell’aumentare la coloritura della pienezza emotiva e spirituale di «XIII rumori santi». La prima ospite è la performer anglo-sudafricana Mira Calix, già audace interprete elettronica di casa Warp – suo è il pennello gracile di voce elettronica in Tono 06 che sibilando si allontana e si avvicina in un vortice di toni fuggenti e febbrili che inducono a pensare lo spazio interiore come spasmo cyber-psichico. Il secondo ospite è il poeta e compositore americano Akira Rabelais, già alla corte di David Sylvian, che in Tono 07 – forse l’apice sonoro dell’intero album – con la sua chitarra elettrica ricama un mantra ipnotico che veleggia su un tappeto friabile di vento e brusio, e questa chitarra dipinge un viaggio celestiale che s’innalza caldo e luminoso verso una tonalità emotiva di grande maestosità spirituale. Il terzo ospite è un altro artista americano, il chitarrista e fotografo di Chicago Michael Vallera, che con la sua chitarra e la sua drone music ci appaga con un Tono 09 in cui la progressione solenne della materia sonora procede a ondate, scura e imponente, creando tonalità emotive sia angosciose che liberatorie, come se il progetto esistenziale costruito nella più intima profondità della coscienza fosse al tempo stesso onda e arresto, chiarore e oscurità, e questo contrasto procedesse sempre attraverso grandi volute di synth, inarrestabili, con punte timbriche di alti suoni che diventano spume d’onda continue che si infrangono, moto dopo moto, sciabordio dopo sciabordio, in una pura potenza vitale.

Tutto questo avviene in un sontuoso formato a libro di venti pagine che dà spazio al racconto fotografico visivo di Giuseppe La Spada e al testo commentario di Marco Mattei, mentre le undici tracce di «rumori santi» sono raccolte in una chiavetta USB di vetro trasparente – le USB sono oggetti tipici nelle produzioni ibride del collettivo Rizosfera. Ma questa pubblicazione è accompagnata anche da una seconda versione con cassetta C60 trasparente, a sua volta immessa in una busta trasparente, come a sottolineare che lo spazio immaginifico degli esercizi spirituali si risolve anche nella trasparenza dei materiali e non solo nella profondità liquida della coscienza personale.

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