SONO STATE PUBBLICATE LE RECENSIONI DEL NUOVO ALBUM DI SIFIR SU ROCKERILLA E BLOW UP (Giugno 2024)
SIFIR – IF I WERE HAPPY – RIZOSFERA-NUKFM 020 (2024)
‘IF I WERE HAPPY’ ultimo atto del compositore, filosofo e visual artist Zafer Aracagök, aka SIFIR (zero in turco) vede la luce come uno scrigno prezioso che cela al suo interno una USB Card con 6 tracce, una serie di cartoline artistiche e due libretti a soffietto con presentazione e testi. Siamo sul fronte di una cifra surrealista in grado di narrarsi per emblemi e richiami simboloci espressi attraverso la lente di un talento labirintico e vulcanico, dedito alle emozioni forti e ai metodi bruschi. Le sue sono terapie d’urto altamente invasive, alimentate da soluzioni industrial, cold wave, ambient noise e quant’altro, che fungono da sollecitazioni catartiche PER IL RISCATTO DI UNA FELICITA’ NEGATA (Rockerilla / Aldo Chimenti, Giugno 2024)
Il filosofo Zafer Aracagök pubblica, sin dal 2000, i suoi lavori musicali con la sigla SIFIR, zero in turco, ‘IF I WERE HAPPY’ esce in un elegante ed inusuale package con una scheda USB che contiene sei brani e sette cartoline che riproducono sue opere pittoriche che utlizzano la tecnica del collage ed appaiono influenzate da Francis Bacon. La ricerca sonora di Aracagök si amplia inevitabilmente anche in ambito letterario, nella decostruita title track, tra macerie cadenti e uno stratificato magma, in una atmosfera dall’enfasi pressochè laibachiana, si staglia un recitato di Lori tratto da ‘L’innominato’ di Beckett, nella sottilmente alienata ‘Exhausted’ trovano spazio liriche estratte da ‘Everest My lord’ della connazionale Sevim Burak, ricorrenti gli stralci dall’antico poema di Farid u-Din Attar ‘La conferenza degli uccelli’, tra ‘Organs Of Virility’, con base EBM poderosa che poi si assesta su un vibrante muro sintetico alla Suicide, tra vocalizzi e parlato, percussioni marziali, cascate noise, brutali ritmiche meccaniche, e ‘The Whip’, potente, sia pur dal melodicato cantato. Raggelanti le tonalità di ‘Sono morti’ con un loop che ripete incessantemente il titolo su un fondale vagamente tragico, su cui Maurizio Crotti Fornaciari, talvolta sopraffatto dal rumore, recita Artaud [7.6] (Blow Up, Paolo Bertoni, Giugno 2024)